Donald Trump non è un "commander-in-chief", assume decisioni impulsive senza avere la conoscenza o la consapevolezza. Fa il bullo e poi lascia gli alleati esposti quando gli avversari capiscono che sta bluffando." A criticare il presidente americano per la decisione di ritirare le truppe americane dalla Siria è Brett McGurk, l'ex inviato speciale statunitense presso la coalizione internazionale anti ISIS. "Il comunicato della Casa Bianca sulla Siria dopo la telefonata di Trump con Erdogan, dimostra una completa mancanza di conoscenza di quanto accade sul campo", spiega McGurk.
Sconcerto per la decisione di Donald Trump sul ritiro delle truppe statunitensi dal confine tra Turchia e Siria, anche tra i suoi più stretti alleati. Tra questi il senatore Lindsay Graham, presidente della commissione giustizia del Senato, che ha chiesto esplicitamente al presidente di tornare sulla sua decisione definendola "un disastro annunciato".
"Torneremo a combattere l'IS quando sarà il momento"
Dal canto suo Donald Trump ha difeso con determinazione nei social la sua decisione sul ritiro delle truppe dal nord della Siria. "È il momento di riportare a casa i nostri soldati", ha twittato il presidente americano. "Combatteremo solo dove avremo benefici e combatteremo solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi - ha aggiunto - dovranno risolvere la situazione e capire cosa voglio fare con i prigionieri dello stato islamico.i".
"Quando sono arrivato a Washington l'Isis dilagava nell'area. Abbiamo rapidamente sconfitto il 100% del califfato - spiega Trump nel primo dei tre tweet in cui esorta gli Usa a uscire dalle guerre senza fine, oi siamo lontani 7'000 miglia da quelle regioni, ma torneremo a distruggere lo stato islamico non appena tornerà ad avvicinarsi troppo."
Nuovi guai di Trump col fisco
Guai col fisco: secondo un giudice federale di New York Trump non può impedire ai suoi commercialisti di collaborare con la giustizia
Nuovi guai per Donald Trump intanto giungono anche sul fronte del fisco, visto che un giudice federale di New York ha deciso che il presidente dovrà consegnare al procuratore di Manhattan otto anni delle sue dichiarazioni fiscali personali e aziendali. Secondo il giudice federale, la cui sentenza può ancora essere impugnata, il presidente "non può impedire ai commercialisti che negli anni hanno curato i suoi conti di collaborare con la giustizia.