Altra giornata di disordini, giovedì, in Tunisia, ancora caratterizzata da scontri violenti in una nazione che si prepara con molta apprensione al calare dell'oscurità. E' proprio dal tardo pomeriggio infatti che, da giorni, gruppi di giovani scendono in piazza per manifestare contro la marginalizzazione e il carovita e a scontrarsi con la polizia.
L'ultimo bilancio delle proteste dopo quattro giorni stilato dal ministero dell'Interno parla infatti di un morto, 328 persone arrestate, non meno di 21 agenti di polizia feriti, 10 veicoli delle forze dell'ordine devastati e decine di negozi e supermercati saccheggiati.
Le proteste sono state particolarmente violente a Cité Ibn Khaldoun (nei pressi di Tunisi), Tebourba, Beja, El Agba, Siliana, Kasserine, Sousse e con la sede della Sicurezza nazionale bruciata a Thala, dov'è dovuto intervenire l'esercito. I tumulti accadono benché sia in vigore lo stato d'emergenza su tutto il territorio, misura introdotta all'indomani dell'attentato a un bus di guardie presidenziali a Tunisi nel 2015.
ATS/Reuters/AFP/EnCa