"Il Veneto fa molti tamponi, che fanno emergere i contagi (...) ma essere virtuosi in questo caso ci penalizza": Venezia - come la Liguria nelle scorse settimane - non ha preso bene la decisione svizzera di inserire la regione fra le aree a rischio, al rientro dalle quali è obbligatoria la quarantena. Anche perché, con le 561 infezioni annunciate oggi (sabato) su una popolazione di 5 milioni di abitanti, i contagi sebbene in crescita restano proporzionalmente al di sotto dei numeri elvetici, pur se oltre la soglia dei 60 casi ogni 100'000 abitanti negli ultimi 10 giorni.
La questione non è solo simbolica, "per l'essere associati ad altre aree del mondo dove la situazione è ben più drammatica", ma ha anche un reale impatto economico, spiega l'assessore al turismo Simone Venturini, intervistato dalla RSI. "È un po' un peccato interrompere questa frequentazione importante che si era creata", afferma. "In questi mesi in cui il turista cerca di spostarsi il più a corto raggio possibile (...) a Venezia la presenza del turismo svizzero nelle ultime settimane e anche in questi giorni. Sono in molti oggi in città e non vorremmo che questa misura scoraggiasse una presenza per noi molto importante". Il turismo svizzero, spiega Venturini, "ci piace perché rispetta la città e va a scoprire anche circuiti diversi dai soliti San Marco e Rialto".
La speranza veneta è che "il Governo faccia il Governo e il Ministero degli esteri tuteli le regioni (..) Vogliamo capire quali argomentazioni possiamo far arrivare alle autorità elvetiche per far capire che il turista svizzero qui è in un posto non solo bello ma anche sicuro", conclude Venturini.