"Non è stata trovata maggioranza su alcun candidato, serve un pacchetto che rispecchi la diversità dell'Unione Europea, e serve tempo per trovarlo. Ci incontreremo di nuovo il 30 giugno". Così il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, annunciando la fumata nera al vertice dei 28 leader sulle nomine per i vertici europei.
Nonostante una certa disponibilità di Liberali e Socialisti a convergere su un candidato dei Popolari per la presidenza della Commissione europea, un nome che non fosse però quello del candidato di punta del PPE Manfred Weber, il confronto dei capi di Stato e di Governo si è chiuso con un nulla di fatto.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, col PPE, è tornata a fare quadrato sul "candidato di punta" Weber, rivendicando ancora una volta la presidenza della Commissione europea per il bavarese che, avendo vinto le europee, dovrebbe succedere a Jean-Claude Juncker.
Il presidente francese Emmanuel Macron, invece - col sostegno di Liberali e Socialisti - ha ribadito, dal canto suo, un sonoro no all'opzione sul portabandiera dei Popolari, Weber .
Tusk aveva riunito Merkel, Macron e lo spagnolo Pedro Sanchez poco prima dell'avvio della discussione sulle nomine, per sondare di nuovo il terreno, nel tentativo di riuscire a costruire uno schema per riempire tutte le caselle in un colpo solo (oltre alla presidenza della Commissione e della BCE, anche quella del Parlamento, del Consiglio, e dell'Alto rappresentante, allargando a vicepresidenze di peso) nel tentativo di rispondere ai criteri geografici e di genere (Tusk vorrebbe due donne per i top job), accontentando al tempo stesso le varie famiglie politiche. La partita ora è rimandata a un vertice straordinario convocato, appunto, il 30 giugno.
ATS/ANSA