La strada per la regolamentazione dell’Intelligenza artificiale (IA) è ormai spianata: in tarda serata l’Unione europea ha approvato una normativa per regolamentare l’intelligenza artificiale. Un risultato raggiunto dopo tre giorni di intensi negoziati tra europarlamentari e stati membri.
L’accordo, una prima mondiale in quest’ambito, riguarda la stesura dell’ “A.I. Act”, un testo che dovrebbe incoraggiare l’innovazione dello strumento in Europa, limitandone al contempo i possibili abusi. L’obiettivo della normativa è dunque quello di proteggere la democrazia europea e i suoi cittadini dai rischi della tecnologia.
Secondo la legge, i sistemi di IA devono essere classificati in diversi gruppi di rischio: più alti sono i rischi potenziali di un’applicazione, più alti dovranno essere i requisiti per la sua implementazione. La speranza è che questo primo inedito modello normativo possa essere la base per legislazioni analoghe in tutto il mondo.
Rischi?
La normativa definisce per la prima volta una scala di rischi riguardanti l’IA. Lo strumento è considerato particolarmente rischioso se ha il potenziale di causare danni significativi alla salute, all’ordine politico, all’ambiente o alla sicurezza.
Alcune applicazioni saranno completamente vietate, come i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, religione e/o affiliazione politica. Alle IA non sarà inoltre consentito visionare immagini o filmati di sorveglianza per costituire database di riconoscimento facciale.
L’identificazione biometrica in tempo reale sarà invece concessa sotto determinate condizione, come un attacco terroristico in uno spazio pubblico o per la ricerca mirata di vittime della tratta di essere umani. Un punto delicato, quello del riconoscimento biometrico, intorno al quale si è animato il dibattito: il Parlamento europeo spingeva infatti per un divieto totale.
Tra i punti controversi troviamo anche la discussione circa i cosiddetti modelli di base, come ad esempio ChatGPT. Si tratta di modelli di intelligenza artificiali particolarmente potenti, addestrati con un’ampia gamma di dati e spesso utilizzati come base per altre applicazioni. In passato Germania Francia e Italia hanno espresso preoccupazione per le possibili applicazione dei modelli di base, riconoscendo tuttavia l’utilità della tecnologia sottostante. Ora l’accordo ha stabilito alcuni obblighi di trasparenza riguardo lo strumento così da impedire implementazioni nocive.
Si è scritta la storia
La legge è stata salutata positivamente dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, così come dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha parlato di “un momento storico per l’Europa digitale”.
Particolarmente entusiasta si è dimostrato il Commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton che ha ribadito la storicità dell’evento. “L’Unione europea è il primo continente a stabilire regole chiare per l’uso dell’Intelligenza artificiale”, ha dichiarato in un post su X. “L’A.I. ACT è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’UE per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale”.