Il piano di ricollocamento temporaneo dei rifugiati giunti in Grecia e in Italia verso altri paesi UE è in fase di stallo. In un anno ha riguardato solo 4'500 persone, contro le 160'000 previste entro il settembre dell’anno prossimo. Circa 57'000 profughi, per esempio, sono tuttora bloccati in Grecia.
Il piano, voluto anche per accrescere la solidarietà europea tra i vari Stati, ha suscitato, da subito, vive proteste in alcuni paesi. In particolare, tra i suoi maggiori oppositori, figurano Ungheria e Slovacchia che hanno addirittura deciso di portarlo davanti alle corti di giustizia dell’Unione.
Il meccanismo di ripartizione era stato introdotto nel settembre dello scorso anno dalla maggioranza degli Stati UE. Il premier ungherese Viktor Orban ha deciso di organizzare un referendum sulla questione che si terrà il prossimo 2 ottobre. Nel frattempo sono in corso discussioni per un’eventuale riforma del Regolamento di Dublino che regola la ripartizioni dei migranti tra i vari Stati. I primi contatti hanno evidenziato grosse difficoltà a trovare una soluzione condivisa di riforma.
ATS/AFP/Swing