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USA, è il giorno di Cohen contro Trump

L’ex faccendiere, oggi diventato nemico del tycoon, è stato chiamato a testimoniare sul denaro sporco utilizzato per pagare i silenzi di Stormy Daniels

  • 13 maggio, 18:08
  • 14 maggio, 16:21
Cohen lascia il suo appartamento per recarsi al tribunale penale di Manhattan

Cohen lascia il suo appartamento per recarsi al tribunale penale di Manhattan

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Di: AFP/sdr

Lunedì i procuratori di New York hanno chiamato l’ex avvocato e “faccendiere” di Donald Trump, Michael Cohen, a testimoniare al processo penale a carico dell’ex presidente degli Stati Uniti. Trump ha seguito la prima ora di testimonianza quasi sempre gli occhi chiusi con alle sue spalle alcuni politici “sostenitori”.

Chiamato alla sbarra, il 57enne Cohen, con l’aria nervosa, è stato interrogato da un pubblico ministero per sapere se avesse mai “mentito” e “intimidito” le persone ed il testimone ha risposto chiaramente due volte sì. “È quello che bisognava fare per portare a termine il lavoro”, ha detto l’ex legale sotto giuramento. Il fedelissimo dell’epoca, soprannominato il “pitbull” di Donald Trump, ha pagato Stormy Daniels, l’attrice di film hard, 130’000 dollari per comprare il suo silenzio su questa relazione sessuale alla fine della campagna presidenziale del 2016. Secondo l’accusa, quando poi è stato rimborsato nel 2017 dall’allora presidente, tale cifra fu mascherata come “spese legali” nei conti della holding Trump Organization, per nascondere il fatto che il denaro era stato utilizzato per coprire uno scandalo.

Trump, ha detto ancora l’ex faccendiere, comunicava principalmente per telefono o di persona e non ha mai creato un indirizzo e-mail. “Ha detto che le e-mail sono come documenti scritti, che conosce troppe persone che sono andate a fondo come conseguenza diretta delle e-mail che i pubblici ministeri possono ottenere”, ha riferito. Messaggi di testo, registrazioni audio, appunti e altro ancora sono stati presentati o mostrati ai giurati nelle ultime settimane per illustrare quello che, secondo l’accusa, è stato un piano per influenzare illegalmente le elezioni di quell’anno. Questo, assieme alle testimonianze a volte drammatiche, ha aggiunto ulteriore intrigo nel sedicesimo giorno di processo. Ha poi confermato in aula l’incontro del 2015 alla Trump Tower col tycoon e David Pecker, e l’offerta dell’editore del tabloid National Enquirer di pubblicare storie negative sui rivali dell’allora candidato presidenziale insabbiando invece quelle sfavorevoli a quest’ultimo. Cohen ha confermato anche che Trump gli chiese di non far uscire la storia del portiere della Trump Tower sulla sua presunta paternità extra matrimoniale e quella della sua presunta relazione con la coniglietta di Playboy Karen McDougal. Cosa che fece insieme all’editore Pecker.

La pubblica accusa potrebbe ultimare il proprio intervento questa settimana, ha comunicato alla corte che potrebbe chiamare altri due testimoni venerdì ed è pure atteso il controinterrogatorio dell’accusatore dell’ex presidente.

Michael Cohen in aula contro Trump

Telegiornale 14.05.2024, 12:30

Trump vs Stormy

Telegiornale 08.05.2024, 20:00

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