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USA-Messico, il nodo dei migranti

Terminano alla Corte Suprema le acrobazie giudiziarie per togliere l’Articolo 42 dell’epoca Trump; niente aperture dei confini

  • 29 dicembre 2022, 18:21
  • 24 giugno 2023, 02:27
Muro che separa la città di Tijuana dagli Stati Uniti fino ad entrare nell’Oceano Pacifico. Diversi migranti hanno perso la vita cercando di raggiungere gli Stati Uniti a nuoto

Muro che separa la città di Tijuana dagli Stati Uniti fino ad entrare nell’Oceano Pacifico. Diversi migranti hanno perso la vita cercando di raggiungere gli Stati Uniti a nuoto

  • Laura Daverio
Di: Laura Daverio 

Era un blocco annunciato. La Corte Suprema accoglie la richiesta degli Stati che vogliono mantenere l’articolo 42, introdotto dall’amministrazione Trump nel marzo 2020, per impedire ai richiedenti asilo di entrare in territorio statunitense. Sulla carta la sua introduzione avrebbe dovuto limitare i contagi del Covid-19. Usato quasi 2 milioni e mezzo di volte, è stata piuttosto una politica per limitare l’ondata migratoria. Nel novembre scorso la sentenza del giudice Emmet Sullivan, nel distretto di Washington DC, aveva causato un terremoto alla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Secondo Sullivan l’articolo 42 avrebbe dovuto essere eliminato a partire dal 21 dicembre.

Un uso considerato discriminatorio

Più volte è stato denunciato l’uso discriminatorio dell’articolo 42. Nel marzo scorso, migliaia di ucraini arrivati alla frontiera sono state fatte passare, lo stesso è avvenuto per i russi che sono fuggiti dal loro paese, o ai venezuelani per cui è stata decisa una quota di entrate. Hanno scavalcato migranti dall’America Centrale o dagli Stati più pericolosi del Messico, che aspettavano da mesi, alcuni da anni.

L’articolo 42 è stato più volte sospeso e reintrodotto durante l’amministrazione Biden, che ha promesso un trattamento più umano dei migranti al confine. Nel frattempo la crisi migratoria continua a peggiorare, soprattutto a causa dell’impatto della pandemia sull’economia e la sicurezza nella regione. Un ulteriore problema legato al Covid-19 è stata la riduzione di personale e la temporanea chiusura di tribunali negli Stati Uniti, con il risultato che oggi si stima una media di 5 anni per valutare un caso di asilo politico.

Scetticismo alla frontiera

La notizia dell’eliminazione dell’articolo 42 era stata accolta scetticismo alla frontiera, tra chi aveva previsto che la sentenza sarebbe stata bloccata e chi aveva speculato su possibili nuove misure in sostituzione dell’articolo 42. Si è parlato ad esempio di velocizzare i processi di espulsione per chi non ottiene l’asilo, così come introdurre un approccio che criminalizza maggiormente il passaggio illegale della frontiera. Secondo interviste anonime condotte dal New York Times, la possibilità di accettare richieste di asilo potrebbe applicarsi solo a chi lo abbia chiesto in paesi terzi e non sia riuscito a ottenerlo.

Migranti in un centro di accoglienza nella città di Tijuana

Migranti in un centro di accoglienza nella città di Tijuana

  • Laura Daverio

Il Messico continua ad agire da "muro" per gli Stati Uniti, così come è stato durante una seconda politica migratoria dell’epoca Trump chiamata "Rimani in Messico", secondo la quale, dopo aver presentato la domanda di asilo, ai richiedenti non è stato permesso di aspettare una risoluzione negli Stati Uniti, dovendo invece rientrare in Messico. Eliminata dall’amministrazione Biden, reintrodotta dopo battaglie legali a parte dei repubblicani, al contrario dell’articolo 42 è stata proprio la Corte suprema ad eliminarla nel giugno scorso.

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