Stessa spiaggia, stesso mare. Ma di mezzo c’è il lockdown. Che divide quasi in due l’America. E separa pure le due Caroline. In quella del Nord sono state estese le misure di contenimento dei contagi. E l’accesso all’oceano e alle sue onde resta tuttora inaccessibile. Al Sud le dune sono tornate a riempirsi di bagnanti, anche se non grandi folle. Ci siamo fermati a Myrtle Beach. Qui nei mesi estivi arrivano 14-15 milioni di turisti. All’inizio di maggio – se non ci fosse l’emergenza coronavirus – ne sarebbero già arrivati decine di migliaia. Il nostro corrispondente dagli USA Emiliano Bos ne ha trovati molti meno.
Il Covid-19 comunque non conosce confini. Anche perché dalla North Carolina arrivano un sacco di turisti. Che potenzialmente potrebbero portare il virus. E l’approccio che è diverso. Da una parte si ritiene sia necessario mantenere il blocco. Dall’altra, come a Myrtle Beach, la necessità di far ripartire l’economia ha spinto l’amministrazione municipale a riaprire le porte al turismo, spina dorsale dell’economia locale lungo il Grand Strand, una lingua di spiaggia lunga una cinquantina di chilometri sull’Atlantico.
RG del 04.05.2020 - Il reportage di Emiliano Bos
RSI Info 05.05.2020, 01:54
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Ma c’è chi invita alla prudenza, come Mike Chestnut, da 20 anni consigliere municipale a Myrtile Beach e titolare di un ristorante. “Io ho perso il 75-80% del fatturato, conosco da vicino la crisi. Ma occorre trovare equilibrio tra urgenza economica e salute”.