TikTok, il terzo canale social più grande al mondo con almeno un miliardo di utenti, preoccupa i Governi di tutto il mondo. Sono sempre più numerosi i Paesi che stanno cercando di vietare l'app dai dispositivi dei dipendenti statali o addirittura di bandirla per paura di azioni di spionaggio. Di un eventuale divieto generale dell'uso di TikTok si sta discutendo da tempo negli Stati Uniti, tanto che l'Amministratore delegato dell'azienda cinese è stata convocato dal Congresso giovedì.
Il sospetto nei confronti di TikTok unisce gli ultimi due presidenti USA. Nel Paese sono 136 milioni le persone che usano l’app cinese, che è stata già vietata ai dipendenti federali. "Temiamo l’utilizzo da parte della Cina di software che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale. Questa è la preoccupazione del presidente e per questo abbiamo chiesto al Congresso di intervenire”, ha detto a questo riguardo Karin Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca.
Il Congresso non se l’è fatto ripetere due volte. Il bando di TikTok è un argomento di campagna elettorale. I timori che l’app sia un cavallo di troia di Pechino per spiare sono stati espressi a più riprese durante l’ultima commissione d’intelligence del Senato.
La presidenza Biden vorrebbe obbligare la proprietà cinese a scorporare TikTok, vendendo la propria quota di azioni. Gli analisti tuttavia assicurano che la partita è molto più grande.
Sul tema si è pronunciato James Lewis, direttore strategie e tecnologie del CSIS, il centro per gli studi strategici e internazionali. “Il problema non è TikTok. Il problema è l’intensa campagna di spionaggio della Cina in tutto il mondo, compresa la Svizzera, l’Europa e gli Stati Uniti".
Il cambiamento di marcia statunitense è figlio dello scontro diplomatico sul pallone spia cinese che a inizio febbraio ha sorvolato i cieli statunitensi prima di essere abbattuto sull’Atlantico.
“I cinesi hanno il più grande sistema di sorveglianza al mondo", dice il direttore. "Se si va sul social media cinese, WeChat, il governo spia tutto quel che si fa. Giusto? E noi dovremmo stare tranquilli e credere che lo fanno ovunque, ma non su TikTok? Non è credibile”, sostiene sempre James Lewis.
Il bando dell’app più scaricata dai giovanissimi pare però, stando alle considerazioni del direttore strategie e tecnologie del CSIS, un’opzione difficilmente praticabile: "C’è la libertà di parola e quindi non possiamo vietare TikTok. Ed è qui che l'amministrazione Trump si è trovata nei guai. Hanno cercato di vietarlo e i tribunali gli han dato torto in meno di mezz’ora”.
TikTok pare destinata a far ballare ancora la politica statunitense.
Gli Stati Uniti contro Tik Tok
Telegiornale 22.03.2023, 20:00