Sono state bocciate dalla Corte Suprema statunitense le clausole d'ammissione in vigore da decenni negli atenei, che mirano a garantire l'inclusione delle minoranze attraverso una discriminazione positiva.
La Corte ha stabilito che i programmi dell'università della Carolina del Nord e di Harvard violano la "clausola di uguale protezione" della Costituzione. Il presidente della Corte John Roberts ha dichiarato che per troppo tempo la pietra di paragone dell'identità degli studenti non è stata costituita dalle sfide vinte, dalle abilità acquisite o dalle lezioni imparate, ma dal colore della pelle. Nel parere della minoranza, la giudice Ketanji Brown Jackson, la prima donna nera della Corte, ha definito la decisione "una vera tragedia per tutti".
La decisione si inserisce in una serie di sentenze di stampo conservatore della Corte Suprema, data la netta maggioranza di giudici - sei su nove - scelti da presidenti repubblicani. La più significativa è quella del giugno 2022 sul diritto di aborto.

USA, stop alla discriminazione positiva
Telegiornale 29.06.2023, 20:00
Le reazioni della politica
Il presidente americano, Joe Biden è "fortemente in disaccordo" con la decisione della Corte Suprema e ha invitato gli atenei a non abbandonare il loro impegno per la diversità, perché crede che posano essere più forti quando sono "diversificati dal punto di vista razziale". Inoltre, secondo Biden, la sentenza di giovedì ha “ribaltato decenni di giurisprudenza”. La decisione ha deluso anche l'ex presidente democratico Barack Obama.
Donald Trump, ex presidente e candidato alla nomination repubblicana per il 2024, ha invece accolto la decisione della Corte: "È un grande giorno per l'America", ha detto, perché "le persone con capacità straordinarie vengono finalmente premiate".