Occupata Severodonetsk, le truppe russe continuano il loro attacco nella provincia di Luhansk con l'obiettivo di occupare anche la città "gemella" di Lysychansk, l'ultima roccaforte ucraina nella regione. Si combatte in particolare attorno alla locale raffineria, che entrambe le parti affermano di avere sotto il proprio controllo.
RG 12.30 del 24.06.2022 Il servizio di Paola Nurnberg
RSI Info 24.06.2022, 15:14
Contenuto audio
"La situazione resta molto difficile", ha ammesso il presidente Volodymyr Zelensky, che continua a insistere con l'Occidente per maggiori sanzioni contro la Russia ("la pressione è insufficiente") e per la consegna di sistemi di artiglieria più potenti di quelli di cui dispone l'esercito ucraino. La superiorità russa in questo ambito è netta e sta permettendo di avanzare poco alla volta dopo aver sfiancato i difensori. Nel contempo, proseguono gli attacchi missilistici anche su altre città. Sono dieci i razzi caduti nella sola mercoledì su Mykolaiv, ha detto Zelensky.
L'operazione speciale, come la chiama il Cremlino, secondo Vladimir Putin prosegue invece in linea con i piani. Il presidente russo è consapevole che l'inerzia delle ultime settimane è favorevole e non sembra avere fretta, anche se stando a esperti occidentali il suo esercito sta perdendo molti uomini e usando buona parte delle sue riserve di munizioni.
Scambio di prigionieri
È stato intanto annunciato il maggiore scambio di prigionieri dall'inizio del conflitto. L'Ucraina ha comunicato il ritorno di 144 uomini fra i 19 e i 65 anni, fra cui 95 combattenti che avevano partecipato alla difesa dell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Altrettanti, secondo il capo dei separatisti Denis Pushilin, sarebbero i prorussi riconsegnati ai propri compagni.
A fine mattinata giovedì l'esercito russo ha fatto sapere di avere ancora nelle sue mani 6'000 prigionieri ucraini.