Il presidente della Generalitat catalana Quim Torra ha lanciato un ultimatum al premier spagnolo Pedro Sanchez: se non proporrà entro il prossimo mese un referendum sull'indipendenza della Catalogna, gli farà mancare il sostegno di cui ha bisogno per far approvare il prossimo budget nazionale dal Parlamento di Madrid.
Pedro Sanchez
Una bocciatura significherebbe probabilmente la fine dell'esperienza di Governo del rappresentante socialista, al potere (ma senza una maggioranza stabile) dal 1° giugno, dopo che con una mozione di censura è riuscito a scacciare il conservatore Mariano Rajoy. Il cambio della guardia nella capitale ha riaperto il dialogo con Barcellona, ma "la nostra pazienza non è infinita", ha avvertito Torra.
Tramite la sua portavoce il Governo ha subito respinto l'aut aut: "Non accettiamo ultimatum", ha dichiarato Isabel Celaa, aggiungendo che di maggiore autonomia si potrà discutere ma "di indipendenza no".
Il primo anniversario del voto del 2017 ha avuto strascichi violenti
In mattinata Sanchez aveva già richiamato all'ordine Torra accusandolo di prestarsi "a un gioco pericoloso" e ricordandogli che "la violenza non è la soluzione", dopo che aveva espresso apprezzamento per le azioni compiute lunedì dall'ala più radicale dell'indipendentismo. Nel primo anniversario del referendum dichiarato illegale del 2017, ci sono stati blocchi di strade e linee ferroviarie e un tentativo di penetrare nella sede del Parlamento catalano, frustrato dalla carica della polizia.