Ci sono “buone ragioni per credere” che vi siano state violenze sessuali, compresi stupri, durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Lo rivela un rapporto dell’ONU pubblicato lunedì.
Per quanto riguarda gli ostaggi, la missione guidata dalla rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, ha raccolto “informazioni chiare e convincenti” secondo le quali alcuni sarebbero stati violentati, e “ci sono buone ragioni per credere che tali violenze siano ancora in corso”.
ONU, presentato il report sugli stupri
Telegiornale 05.03.2024, 12:30
Secondo le autorità israeliane, 130 ostaggi sono ancora a Gaza, 31 dei quali sarebbero morti. Circa un centinaio di altri sono stati rilasciati, insieme a 240 prigionieri palestinesi trattenuti da Israele durante la tregua di novembre.
Poco prima della pubblicazione del documento, il ministro degli Esteri israeliano, accusando le Nazioni Unite di voler “nascondere il grave rapporto sotto il tappeto”, ha annunciato che il suo ambasciatore alle Nazioni Unite sarebbe stato richiamato per consultazioni.
Accuse che hanno provocato la smentita, raccolta da AFP, del portavoce di Antonio Guterres, secondo il quale il Segretario Generale delle Nazioni Unite non ha fatto “in nessun modo” qualcosa per soffocare il rapporto.
Il lavoro di Patten, ha continuato il portavoce, “è stato svolto in modo meticoloso e diligente. In nessun caso il Segretario Generale ha fatto qualcosa per tenere nascosto questo rapporto”, ha sottolineato Stéphane Dujarric.
Hamas: “Non sappiamo quanti ostaggi sono ancora vivi”
In un’intervista alla BBC un funzionario politico di Hamas, Basim Naim, ha detto lunedì che l’organizzazione non può fornire a Israele una lista degli ostaggi ancora in vita perché non sa quanti siano e dove si trovino. Nell’intervista, rilanciata dai media israeliani, Naim dice che “finora non è stata presentata alcuna lista: tecnicamente e praticamente, è impossibile sapere esattamente chi è ancora vivo, chi è morto per i raid israeliani o per fame a causa del blocco israeliano”. Gli ostaggi “si trovano in zone diverse, nelle mani di gruppi diversi: abbiamo chiesto una tregua anche per raccogliere informazioni”, ha aggiunto.
Botta e risposta tra Israele e l’UNRWA
Lo scambio di accuse è proseguito tra Nazioni Unite e Israele su più livelli. Oltre 450 impiegati dell’UNRWA, l’ente dell’ONU per i rifugiati palestinesi, “appartengono a organizzazioni terroristiche della striscia di Gaza, in particolare a Hamas”, ha detto il portavoce militare israeliano, basandosi su informazioni di intelligence.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, ha rilanciato, affermando che le autorità israeliane hanno torturato alcune persone del proprio staff durante gli interrogatori. “Alcuni membri del nostro personale hanno riferito alle squadre dell’UNRWA di essere stati costretti a confessare sotto tortura e maltrattamenti”, mentre veniva chiesto loro dell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, ha precisato l’agenzia ONU.
Gaza, la tregua vista da Dubai
Telegiornale 03.03.2024, 20:00
Hamas respinge le accuse
Nel frattempo, Hamas lunedì ha respinto le accuse mosse nel rapportom definendole “false” e “infondate”, e sostenendo che il rapporto delle Nazioni Unite “non cita alcuna testimonianza delle vittime”.