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Una nuova Irlanda

L’esito del referendum sull’aborto fotografa una radicale trasformazione sull’isola del Trifoglio - Il commento

  • 26 maggio 2018, 21:42
  • 23 novembre, 01:23
A Dublino si festeggia il risultato della votazione

A Dublino si festeggia il risultato della votazione

  • Keystone

Una tranquilla rivoluzione compiuta da un voto fragoroso. Nessuno in Irlanda aveva previsto una così schiacciante vittoria dei sostenitori del diritto all’aborto (66,4% per il sì, 33,6%, per il no): né i sondaggi, né le più ottimistiche previsioni. Il cospicuo iniziale vantaggio a favore di chi era per l’abrogazione dell’ottavo emendamento pareva essersi assottigliato con l’avvicinarsi del voto. Una lenta continua erosione di consenso che rivelava dubbi e riluttanze di un paese gelosamente legato alla sua tradizione, ai suoi miti, alle sue leggende. Un paese intrinsecamente conservatore, che subisce, più che promuove, le novità. A maggior ragione quando si tratta di quesiti etici.

Chiesa defilata

Gravata dai troppi scandali a sfondo sessuale, la Chiesa ha visto offuscato il suo primato morale. E nelle ultime settimane ha preferito mantenere un profilo defilato. Ma il silenzio delle gerarchie ecclesiastiche non basta a spiegare l’epilogo di questo referendum per la legalizzazione dell’aborto. Soprattutto non giustifica la proporzione del risultato finale, che fotografa una nuova Irlanda, moderna, secolarizzata, liberale. Persino laica, nella sua emancipazione dai dettami sacramentali.

Vento di cambiamento

Una rottura col passato iniziata tre anni fa, con lo storico sì ai matrimoni gay. Ma rispetto ad allora, quest’ultima tornata referendaria ha fatto registrare un’affluenza più alta (64,1% rispetto al 60,5% del 2015), un risultato più netto (33 punti percentuali di distacco rispetto ai 24 punti del 2015). Emerso non solo dai principali centri urbani. Certo, in alcune zone di Dublino la percentuale per la libera scelta ha superato abbondantemente l’80%. Eppure anche le aree rurali non sono più quelle roccaforti d’integralismo cattolico. Anzi. A conferma che il vento del cambiamento ha investito tutta l’isola del Trifoglio, senza esclusioni.

Nuova legge

Non è un caso che tutti i principali partiti si fossero schierati per l’abrogazione. Avevano intuito che la difesa dell’ottavo emendamento significava non solo tutelare le ragioni antiabortiste ma anche, forse soprattutto, procrastinare uno status quo ormai anacronistico, una posizione di retroguardia rispetto a quel futuro, verso cui da tempo camminano gli irlandesi. Già entro la fine dell’anno arriverà, dunque, la nuova legge sull’aborto. Una normativa in linea con quelle dei principali paesi europei che prevederà la possibilità di interrompere la gravidanza senza restrizioni nelle prime 12 settimane di gestazione, e, in caso di donne con problemi di salute, fino a 24. La ratifica legislativa di un mutamento culturale già compiuto.

Lorenzo Amuso

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