Il primo ministro australiano Scott Morrison vuole promuovere nel quadro del G20 un accordo globale che imponga una più stretta regolamentazione delle piattaforme dei social media quando sono usate per promuovere violenza. Alla base c'è il massacro avvenuto venerdì scorso in due moschee di Christchurch in Nuova Zelanda, quando il suprematista bianco Brenton Tarrant ha ucciso 50 persone, filmando e trasmettendo in streaming su Facebook l'eccidio.
Morrison ha scritto al presidente in carica del G20, il suo omologo giapponese Shinzo Abe, per domandare di porre la "governance" dei social fra i primi argomenti all'ordine del giorno nella riunione dei leader mondiali prevista nel giugno prossimo. Chiede, in particolare, un'intesa che prescriva "chiare conseguenze" per le società le cui piattaforme sono usate per facilitare e normalizzare atti di violenza.
"Le compagnie dei social media sono imprese internazionali e sta alla comunità internazionale costringerle ad agire... è inaccettabile trattare Internet come uno spazio non governato", ha scritto il capo del Governo australiano. Facebook ha riferito di aver rimosso (globalmente) 1,5 milioni di copie del filmato nelle prime 24 ore, mentre altri 1,2 milioni sono stati bloccati in upload.