In Siria "ci sono fondati motivi di ritenere che quantità limitate di sostanze tossiche siano state utilizzate durante quattro attacchi".
Ad affermarlo è la Commissione ONU di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nel paese mediorientale nel rapporto presentato oggi a Ginevra, ma in base alle prove non è stato possibile determinare precisamente gli agenti impiegati e neppure gli utilizzatori.
"Il conflitto ha raggiunto nuovi livelli di brutalità ed atroci crimini di guerra sono all'ordine del giorno. Il flusso di armi in Siria nuoce alle prospettive di una soluzione politica del conflitto, alimenta la moltiplicazione degli attori armati ai livelli nazionale e regionali ed ha conseguenze devastanti per i civili", hanno dunque affermato il presidente della commissione Paulo Pinheiro ed i suoi colleghi, tra cui la ticinese Carla Del Ponte, ex procuratrice capo del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia.
Ma in Siria "non c'è solo la questione delle armi chimiche, qui muoiono in centinaia uccisi anche da altre armi", ha ribadito la Del Ponte.
Più crimini dal regime che dai ribelli
Per la Commissione, tuttavia, c'è una disparità tra le violazioni o i crimini perpetrati dalle forze lealiste e quelle commesse dai ribelli, ma si tratta di una "disparità nell'intensità".
"Le violazioni e gli abusi commessi dai gruppi armati anti-governativi non raggiungono tuttavia l'intensità e la scala di quelli commessi dalle forze governative e dalle milizie
paramilitari", si legge nell'introduzione del rapporto.
In 2 mesi in 150 gettati nel fiume ad Aleppo
Notizie di nuove brutalità che stanno caratterizzando il conflitto in Siria arrivano anche da Human Rights Watch.
L'organizzazione umanitaria con sede a New York afferma che nel fiume Qweiq che divide Aleppo - seconda città siriana martoriata dal conflitto dopo la capitale Damasco - tra gennaio e marzo scorso sono stati rinvenuti circa 150 corpi.
I ricercatori di HRW hanno intervistato alcuni familiari delle vittime e visionato centinaia di foto e video dei cadaveri. Basandosi sulle testimonianze e sul materiale audiovideo risulta che numerose vittime sono state detenute e poi giustiziate sommariamente: fori di pallottola alla testa, le mani ancora legate dietro la schiena, nastro adesivo sulla bocca.
"Atrocità ripugnanti"
"Le atrocità elencate nel rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite inviati in Siria sono ripugnanti e sconvolgenti, ha commentato il segretario dell'organizzazione Ban Ki-moon. Gli ha fatto eco il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, a detta del quale nel conflitto intestino in corso nel paese mediorientale si è fatto certamente uso di armi chimiche e, soprattutto, del micidiale gas sarin. Da parte sua, la Casa Bianca si è mostrata assai più prudente e, prima di pronunciarsi, esige prove schiaccianti. Se ve ne fossero "le regole del gioco" cambierebbero in modo significativo.
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RG 12.30 Il servizio di Alex Ricordi
RSI Info 04.06.2013, 14:15