Era il 7 agosto del 2011 quando l’oltranzista di destra Ander Behring Breivik, armato fino ai denti, uccise a sangue freddo 69 persone che partecipavano al campo estivo dei giovani socialdemocratici sull’isoletta norvegese di Utoya. Poche ore prima, fece scoppiare bombe nel quartiere governativo di Oslo causando la morte di altre otto persone.
Ander Behring Breivik
Per la prima volta dopo quattro anni la piccola isola torna ad ospitare i giovani attivisti, guidati da Mani Hussaini, 27enne curdo-siriano, incarnazione di tutto ciò che Breivik voleva combattere.
“La nuova Utoya dovrà essere un posto per ricordare, imparare e coltivare l'attivismo politico”, ha detto Hussaini.
Oggi, venerdì, un numero record di ragazzi, circa 1’000, sbarcherà proprio lì, dove alcuni edifici sono stati lasciati come quattro anni fa: fori delle pallottole di Breivik compresi. Lui, che non ha mai manifestato segni di pentimento, sta scontando 21 anni. Il massimo della pena prevista in Norvegia.
ATS/ludoC
Dal Tg12.39:
Utoya, quattro anni dopo
Telegiornale 07.08.2015, 15:06