La Polonia respinge "perché non c'è la possibilità legale di metterle in atto" le raccomandazioni dell'Unione Europea per la tutela dello Stato di diritto. La risposta alla lettera della Commissione datata 27 luglio è stata inviata da Varsavia giovedì.
L'Esecutivo ritiene che la presa di posizione di Bruxelles sia basata "sull'infondata tesi del ruolo preminente della Corte costituzionale". La vertenza era nata proprio quando gli esponenti del Partito Diritto e Giustizia (destra conservatrice), saliti al potere un anno fa, hanno rifiutato di riconoscere i giudici supremi nominati nella precedente legislatura. Secondo la versione polacca, inoltre, molte delle criticità segnalate dai Ventotto sarebbero ormai risolte con la nuova legge varata dal Parlamento in estate.
La Polonia è il primo paese membro contro cui viene attivata la procedura di controllo della Unione Europea sullo Stato di diritto e ora potrebbero arrivare anche le sanzioni: il leader dei liberali-democratici a Strasburgo, il belga Guy Verhofstadt, le ha già chieste.
pon/ATS