Le autorità israeliane hanno cominciato domenica una campagna graduale di espulsione dei migranti africani. A migliaia di irregolari sono state consegnate le prime lettere di ingiunzione a lasciare il paese.
Circa 20'000 persone, per lo più eritrei e sudanesi, dovranno decidere entro due mesi se rischiare il carcere a oltranza, o accettare un incentivo di 3'500 dollari per raggiungere un paese terzo, con cui il Governo ha stretto accordi. Secondo alcune ONG, si tratterebbe del Rwanda, ma da Tel Aviv non arrivano conferme.
Contro le espulsioni si stanno esprimendo ampie fasce della popolazione, tra cui intellettuali e sopravvissuti alla Shoah, ma il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito che non si farà intimidire da questi barlumi di disobbedienza civile: “Manterrò la mia promessa di far uscire gli infiltrati'', ha dichiarato.
ATS/Bleff