La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera alla ripresa delle esecuzioni a livello federale dopo 17 anni. Lunedì avrebbe dovuto essere giustiziato David Lee, 47enne suprematista bianco condannato nel 1999 per l'uccisione di una coppia e della loro figlia di 8 anni.
Un ricorso, basato sul protocollo di applicazione dell'iniezione di pentobarbital e sulle sofferenze da esso provocate, era però stato accolto da una giudice di Washington, che aveva sospeso in extremis la messa a morte dei quattro uomini posti "nella lista d'attesa" del Ministero della Giustizia. Quest'ultimo aveva quindi deciso di rivolgersi alla massima istanza giudiziaria, che gli ha prontamente dato ragione. Lee ha quindi le ore contate.
Negli ultimi 45 anni, accanto a numerose esecuzioni nei singoli Stati, ce ne sono state solo tre sul piano federale, tra cui quella nel 2001 di Timothy McVeigh, l'attentatore di Oklahoma City (168 morti nel 1995). Il tasso di approvazione della pena capitale è in calo negli USA, ma l'approva ancora il 77% degli elettori repubblicani e il presidente Donald Trump ne è un fautore.