Le forze di sicurezza siriane e i loro alleati avrebbero ucciso 1’068 civili alawiti nell’ovest del Paese, secondo un nuovo bilancio diffuso lunedì dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. La violenza è stata innescata giovedì scorso da un sanguinoso attacco da parte di sostenitori del deposto presidente Bashar al-Assad contro le forze di sicurezza a Jableh, vicino alla città di Lakatia. Si tratta del peggior spargimento di sangue dalla cacciata a dicembre del presidente siriano Bashar al-Assad.
Da parte sua Amnesty International ha chiesto alle autorità siriane di consentire a investigatori internazionali indipendenti di indagare sull’ondata di violenza.
La Turchia, con il suo presidente Recep Tayyip Erdogan, ha invece promesso di continuare a fornire alla Siria “ogni tipo di supporto: “Continueremo a fornire ogni tipo di supporto possibile alla nostra vicina Siria per recuperare e preservare la sua integrità territoriale e per raggiungere la pace con tutte le sue minoranze etniche e settarie”, ha affermato Erdogan.
In mattinata il ministero della difesa siriano aveva annunciato la conclusione “con successo” dell’operazione militare: “Le nostre forze sono riuscite a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati”, ha detto il portavoce del ministero Hassan Abdel Ghani, citato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana.

Siria: massacro di civili?
Telegiornale 09.03.2025, 20:00