“Possiamo vivere insieme”, ha dichiarato il presidente ad interim della Siria, Ahmad Sharaa (al-Jolani), in un appello a tutti i siriani perché ritrovino la pace e l’unità nazionale, dopo i sanguinosi scontri e le stragi di alawiti degli ultimi giorni, che hanno lasciato sul terreno circa 1’000 morti.
“Quello che sta succedendo nel Paese”, ha detto al-Jolani, parlando da una moschea a Damasco, “è fra le sfide che erano prevedibili”. Ma “dobbiamo preservare l’unità nazionale e la pace civile per quanto possibile. E, a Dio piacendo, (noi siriani) potremo vivere insieme in questo Paese”, ha aggiunto il presidente ad interim, ex jihadista, che ha guidato la riconquista della Siria da parte delle milizie di opposizione che in dicembre scorso ha provocato la caduta del regime degli Assad e la fuga di Bashar al-Assad con la famiglia in Russia.
Secondo dati dell’ONG Osservatorio siriano dei Diritti umani (con sede a Londra), negli ultimi tre giorni gli scontri armati fra le forze di sicurezza e miliziani alawiti - la minoranza sciita che sosteneva il regime di Bashar al-Assad -, accompagnati da stragi di civili, hanno provocato in totale circa mille morti, di cui 745 civili alawiti.

Notiziario 08.00 del 9.03.2025 Il servizio di Naima Chicherio
RSI Info 09.03.2025, 09:46
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