I risultati ancora parziali delle elezioni iraniane resi noti sabato delineano una maggioranza schiacciante in Parlamento di conservatori e ultraconservatori, capaci di rendere la vita difficile al presidente moderato Hassan Rohani nell'anno che ancora gli rimane per portare a termine il suo secondo e ultimo mandato quadriennale.
RG 24.00 del 22.02.2020 La corrispondenza di Alberto Zanconato
RSI Info 23.02.2020, 01:06
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La conferma ufficiale arriverà solo domenica, ma secondo questi primi dati il fronte fondamentalista dovrebbe assicurarsi almeno 221 dei 290 seggi nel Legislativo fin qui retto da una coalizione di conservatori moderati, indipendenti e riformisti. A questi ultimi in questa tornata andrebbero non più di 16 seggi e agli indipendenti 34. A questi 271 seggi vanno aggiunti i 5 delle minoranze religiose, che fanno arrivare il totale a 276. Per i 14 rimanenti si dovrà andare ai ballottaggi, il 17 aprile.
A favorire il trionfo che si delinea per i conservatori è stata l'alta astensione, provocata non dalla paura del coronavirus, che negli ultimi giorni si è diffusa nel paese, ma dalla delusione di una larga fetta dell'elettorato per le promesse non mantenute da Rohani, in particolare riguardo alla liberalizzazione interna e alla distensione con gli Stati Uniti e l'Occidente in generale. Un progetto fallito anche per la decisione di Washington di ritirarsi dall'accordo sul nucleare del 2015 e di reintrodurre pesanti sanzioni contro Teheran, che hanno depresso l'economia. Ad alimentare la sfiducia hanno contribuito anche la violenta repressione delle proteste per il caro benzina in novembre scorso e l'abbattimento lo scorso mese del Boeing ucraino con 145 iraniani a bordo. La partecipazione che non sarebbe andata oltre il 40%, ancor meno nella capitale.
Reportage dall'Iran
Telegiornale 23.02.2020, 21:00