Il presidente serbo Aleksandar Vucic, parlando al Consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), lunedì sera, ha accusato la dirigenza del Kosovo di aver provocato un deterioramento della situazione con decisioni unilaterali e provocatorie. Tra queste figurano l'aumento del 100% della tassazione doganale sull'import serbo e la creazione di un esercito regolare, in violazione dell'accordo CEFTA e della risoluzione 1244 delle Nazioni Unite.
Definendo la situazione "estremamente complicata", Vucic al tempo stesso ha denunciato la mancata attuazione da parte di Pristina dell'accordo siglato a Bruxelles nell'aprile 2013 nell'ambito del dialogo facilitato dalla UE e la richiesta sempre più insistente del riconoscimento dell'indipendenza da parte di Belgrado. La Serbia, ha sottolineato, ha ottemperato a tutti i suoi obblighi derivanti da quegli accordi.
Vucic ha quindi definito illegale la creazione di un esercito in Kosovo, in violazione della risoluzione 1244 dell'ONU che prevede lo scioglimento non solo dell'Esercito di liberazione del Kosovo ma di tutte le altre formazioni armate da parte dei kosovari di etnia albanese. Con l'unica presenza armata affidata alla Forza della Nato (Kfor).
Il Kosovo ha un esercito regolare
Telegiornale 14.12.2018, 21:00
La risposta di Pristina
Per il presidente kosovaro Hashim Thaci, la situazione nel suo Paese è tranquilla, non vi è nulla di anomalo e la decisione di creare un esercito regolare è del tutto legittima. "Se un errore è stato fatto è che abbiamo atteso anni per la creazione dell'esercito, che andava invece formato prima", ha detto Thaci intervenendo al Consiglio di sicurezza. A suo avviso, con tale decisione sull'esercito non vi è stata alcuna violazione della risoluzione 1244, come sostenuto da Belgrado.
ATS/ANSA/Swing