Non risulta finora nessun sopravvissuto, contrariamente a informazioni che erano circolate nelle scorse ore su media americani, nell’incidente aereo verificatosi nella notte svizzera a Washington. “Non prevediamo superstiti”, ha dichiarato alla stampa il comandante dei pompieri. Una constatazione ribadita qualche ora dopo anche da Donald Trump in conferenza stampa: tutte le persone coinvolte sono morte. I corpi recuperati finora sono una trentina e le operazioni di soccorso, che impiegano centinaia di persone, proseguono.
Un elicottero militare Black Hawk, lo ricordiamo, è entrato in collisione con un Bombardier CRJ-701 della compagnia PSA, che per conto della American Airlines collegava Wichita nel Kansas con la capitale degli Stati Uniti. Il velivolo commerciale in quel momento si trovava nelle ultime fasi dell’approccio verso la pista 33 del Reagan National Airport e volava a quota di poco superiore ai 100 metri. Dopo lo scontro entrambi gli apparecchi sono precipitati nelle gelide acque del fiume Potomac, a pochi chilometri dalla Casa Bianca e dal Campidoglio. Il primo aveva a bordo 60 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio, il secondo tre militari. La fusoliera del Bombardier è stata identificata in tre tronconi in fondo al fiume.
Lo scalo è stato immediatamente chiuso al traffico e lo è rimasto fino alle 11.00 locali, le 17.00 in Svizzera. Non solo il numero di vittime, ma anche le cause dell’incidente sono ancora da accertare. Stando a fonti di stampa, pochi secondi prima della collisione la torre di controllo avrebbe sollecitato il pilota dell’elicottero, chiedendogli se vedeva le luci dell’aereo in fase di atterraggio. Il presidente Trump ha promesso un’inchiesta da parte di tutte le autorità coinvolte, civili e militari. Ha nominato un commissario per seguirla, Chris Rocheleau e promesso miglioramenti per la sicurezza dei voli.
È stata rapidamente resa nota, confermata anche da Mosca, l’identità di almeno tre dei passeggeri: si tratta di Evgenia Shishkova e Vadim Naumov, campioni del mondo di pattinaggio artistico nel 1994, due russi da molti anni installatisi negli Stati Uniti dove allenavano giovani promesse. A bordo anche un’altra pattinatrice di origine russa diventata allenatrice oltre Atlantico, Inna Volyanskaya. US Figure Skating ha affermato che diversi membri della comunità di questo sport erano sul Bombardier, senza citare altri nomi. A Wichita, da dove il volo era partito, si erano svolti negli scorsi giorni i campionati statunitensi, dove il figlio di Naumov e Shishkova si era piazzato quarto nella categoria maschile. Il giovane non figurava fra i passeggeri.
Il club di pattinaggio di Boston ha confermato più tardi la morte anche di altri due atleti, Spencer Lane e Jinna Han, con le rispettive madri.
L’incidente ricorda lo schianto di un volo Air Florida che precipitò contro un ponte sul Potomac il 13 gennaio 1982, uccidendo 74 persone. In cinque sopravvissero. Quell’incidente fu attribuito al maltempo, ma mercoledì sera il cielo era terso. L’ultimo grosso incidente aereo negli Stati Uniti era invece quello di un volo Colgan Air nello Stato di New York nel 2009, con un bilancio di 49 morti.
Scontro aereo a Washington: poche speranze per sopravvissuti
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Washington, nessun sopravvissuto nel crash aereo
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