Oltre la News

‘ndrangheta, la Svizzera come base

Alessandra Dolci, capo della DDA di Milano: "Allarme per la Confederazione più che mai attuale"

  • 14 marzo 2018, 16:08
  • Oggi, 02:13
Alessandra Dolci

Alessandra Dolci

  • WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie

Un uomo della ‘ndrangheta è finito in manette lo scorso dicembre in Svizzera (vd. correlato). Era attivo tra Zurigo e Winterthur ed avrebbe trafficato armi tra la Confederazione e l’Italia, trafficato droga con la mafia albanese e pure praticato estorsioni ai danni di ristoratori italiani in Svizzera.

La ‘ndrangheta, è un dato di fatto, dal Sud Italia si è spostata sempre più verso nord. Un fenomeno che Alessandra Dolci, a capo della direzione distrettuale antimafia (DDA) di Milano, conosce bene. La magistrata ha inoltre lavorato spesso a contatto con la procura federale elvetica.

“La situazione attuale è più che allarmante: ci sono dei territori che sono stati più che colonizzati, sono territori di confine e questo favorisce l’osmosi dei flussi finanziari con la Svizzera. L’allarme per la Confederazione è più che mai attuale”, ci spiega.

Che funzione gioca quindi la Confederazione per la mafia? “La Svizzera ospita numerosi cittadini italiani legati alle famiglie calabresi – continua Alessandra Dolci -, e quindi il vantaggio nell’essere nel territorio di confine è duplice: sia sotto il profilo dei flussi economici, sia per avere delle basi sicure verso cui riparare, e presso cui incontrarsi al riparo delle forze dell’ordine. Anche il tema della circolazione di materiale d’armamento entra in gioco”.

"Soldi ancora sotto il materasso"

“Non ho contezza di enormi flussi finanziari che passano dai sistemi bancari”, continua la procuratrice: “La percezione che io ho è quella di una mafia che si inserisce in tessuti a basso libello tecnologico, la mafia del mattone e che nasconde i soldi sporchi li nasconde sotto il materasso”.

Per quanto riguarda la facilità con cui la ‘ndrangheta si è inserita nel contesto imprenditoriale lombardo, Dolci spiega: “È l’imprenditore che il più delle volte va alla ricerca del mafioso, per ottenere una serie di benefit: l’offerta di servizi legali, come il recupero crediti, o illegali, come lo smaltimento dei rifiuti: uno dei temi più delicati da affrontare, poiché i prezzi praticati dalle imprese infiltrate dalla mafia, nel settore edile, sono fuori commercio, molto più bassi, non rispettando le norme in materia e smaltendo i rifiuti abusivamente”.

"Ottima collaborazione con l'MPC"

“Se i lombardi hanno compreso poco per decenni del linguaggio del crimine organizzato, a maggior ragione questo vale per gli svizzeri. Registro tuttavia un’ottima soglia di attenzione da parte della Procura federale: c’è un’ottima collaborazione con il Ministero pubblico della Confederazione”, conclude la responsabile della DDA di Milano.

RG-CB/ludoC

Correlati

Ti potrebbe interessare