Le abitudini di molte persone, sia nel tempo libero sia sul posto di lavoro, sono state stravolte dall'arrivo della pandemia. C’è un ruolo però, quello del poliziotto, che "sostanzialmente non è cambiato – anzi – la polizia è da sempre abituata a proteggersi attraverso guanti, disinfettanti e mantenendo la distanza per una questione di sicurezza personale", spiega il capitano Andrea Wehrmüller della polizia cantonale a Mendrisio.
Il virus però qualche novità l’ha portata anche all'interno delle gendarmerie ticinesi. "La mascherina è diventata la regina di tutte le caserme di polizia", osserva Wehrmüller. Questo tipo di protezione è obbligatorio anche per i 34 nuovi aspiranti gendarmi che lo scorso 1° marzo hanno iniziato il primo anno di formazione.
Tutti gli aspiranti devono rispettare le nuove norme dettate dall’arrivo del Covid, come misurarsi la temperatura prima di entrare a lezione. "Lo scorso anno abbiamo dovuto sospendere la scuola per quattro settimane e optare per la formazione a distanza", racconta l’aiutante capo Mauro del Biaggio, responsabile formazione di base.
Tra i "nuovi agenti" sono presenti due donne. "Essere donna… All’inizio c’è un po’ di timore. Non si sa cosa ti aspetta, ma fin da subito mi sono accorta che siamo una squadra e non vi è alcuna differenza - assicura l’aspirante Giulia D’Avino che lancia un appello per il nuovo bando di iscrizione - : Donne, fatevi avanti!"
I ticinesi e il virus
"All'inizio della pandemia ci aspettavamo più liti - racconta il Capitano Andrea Wehrmüller -. Invece le persone litigano come litigavano prima". Non c'è quindi stato un aumento del nervosismo tra la popolazione ticinese, o almeno questo non è strettamente legato all'arrivo del coronavirus.
Secondo Wehrmüller si è piuttosto sviluppato "un sentimento di sicurezza comune" che ha portato i ticinesi a formare un "piccolo esercito di poliziotti". Le segnalazioni infatti non sono aumentate, è il soggetto della segnalazione che è cambiato: "Ora ci allertano quasi sempre per segnalare assembramenti".