Nicolas Sarkozy e la sua parabola politica non smettono di sorprendere. Cinque anni fa sembrava salutare, sommesso, con gli scandali fiscali e la credibilità perduta. Invece eccolo tornare per proporsi come unico candidato valido alla presidenza della Repubblica francese. Tornato nel suo habitat preferito, quella televisione che tanto ha influito sulla sua ascesa. Qualcosa è però cambiato. Il tiro politico che l’ex presidente della repubblica francese ha sempre cambiato per inseguire il consenso è calibrato per nuovi scenari. Oggi prova ad inseguire il populismo di destra - che aveva inizialmente contenuto proponendosi come moderato e moderno (e prendendosi per questo le critiche di Jean Marie Le Pen) - ma fa fatica, perché l’erede del Fn, Marine Le Pen, risulta molto più credibile su tematiche estremiste.
I delusi
Un cambio di direzione, il suo, che pare confusionario anche a Philippe Verdin, il prete col quale Sarkozy scrisse, nel 2004, il libro "La République, les religions et l’espérance”. "Nel 2004 scrivemmo proprio del potenziale delle religioni per la Repubblica, mentre ora parla delle insidie dell’Islam, del burkini e del valore assoluto della laicità. Tutto ciò mi ha molto deluso", dice Verdin. Anche il cantante Johnny Hallyday, che fu vicino all’ex presidente durante il primo mandato, l'ha abbandonato. "Mi ha deluso e non può proporsi come energia nuova per il Paese". Tra i disillusi più convinti ci sono tutti gli imprenditori che avevano dato fiducia alla sua promessa di rivoluzione liberale del 2007. Per Thibault Lanxade, vicepresidente del Medef (associazione delle imprese francesi), l’aumento delle tasse alle imprese, durante l’ultimo governo di destra, è stato uno smacco.
Scordiamoci il passato
Nicolas Sarkozy , nella nuova campagna, ha accennato a difficoltà interne nel mandato del 2007, ammettendo gli errori e promettendo di non fare più compromessi, andandoci pesante sul settore pubblico, a suo avviso da decurtare, con la volontà dichiarata di spostare le risorse nelle settore delle imprese. Promesse da grande personaggio mediatico quale è. Georges-Marc Benamou scrittore e produttore, suo consigliere politico all’Eliseo, osserva: “Nel 2007 ho avuto a che fare con un presidente entusiasta e fragile. Mi sembra che ora stia ricalcando la campagna elettorale fatta l’ultima volta, ma facendone un remake populista. E mi chiedo: perché, se sono di una destra estremista, non dovrei votare l’originale, che in questo caso è il Front National, ma la brutta copia che è Sarkozy?"
Lorenzo Giroffi