Prosegue la conta dei danni a Sirte, a poco più di un mese dalla sua completa liberazione dall'essersi ritrovata ad essere autoproclamata capitale dello Stato Islamico in Libia per circa un anno e mezzo. La città è completamente rasa al suolo e solo 500 - dei circa 120 mila civili che abitavano la città costiera libica prima dell'occupazione dell'IS - sono tornati nelle loro case.
I soldati libici, ad offesiva terminata, hanno arrestato circa 300 donne. Molte di loro sono mogli dei miliziani e si trovano in una prigione alla periferia di Misurata. Devono essere interrogate. Le autorità libiche hanno bisogno di capire se queste donne abbiano informazioni importanti per ricostruire le strategie dei miliziani di al Baghdadi nel paese.
Motivo? Per ricostruire le leggi dell'IS e l'organizzazione crudele della vita quotidiana, sono preziose le testimonianze di chi è riuscito a salvarsi, scappando via. Gli sfollati di Sirte si trovano oggi quasi tutti a Misurata. Vivono dei pochi aiuti che la municipalità riesce a garantire loro. Sono pochissimi quelli che hanno trovato un nuovo lavoro, come sono pochissimi quelli che hanno il coraggio di raccontare - a viso scoperto - le norme e le minacce inflitte dall'autoproclamato Stato islamico.
Dopo la storia di Rouhda oggi è Ahmed, giovane barbiere di Sirte, a raccontare, in VIDEO, le sue paure e la sua fuga.
Francesca Mannocchi