“Non c’è una scuola che può spiegare questo fenomeno della Sape. E’ una conoscenza a cui si accede col tempo osservando. La Sape non è strutturata. E’ un segreto ma allo stesso tempo è universale. E’ una domanda molto bella... con infinite risposte”.
Moutalaoua Emrick Uriel Bienvenue, in arte “Derrick”, sta sistemando decine di giacche nella sua stanza nel quartiere Makélékélé di Brazzaville, nella Repubblica del Congo. Derrick è un tecnico elettronico congolese di 35 anni con moglie e figli, ma è anche e soprattutto un sapeur. La "Sape", ovvero la Società degli Animatori e delle Persone Eleganti, è un movimento di persone che indossano vestiti e accessori di lusso in modo ostentato e stravagante. Una sorta di “culto”, la famosa religion ya kitendi (religione del tessuto), formato da adepti, i “dandy africani”, votati al raggiungimento dell’”eleganza assoluta” e alla continua ricerca di nuove forme di stile e di “atteggiamento”, la diatance, che ispirino la società in Africa e nella diaspora.
I dandy di Brazzaville
Difficile individuarne le origini esatte. I primi dandy “evolués” esistevano già in epoca coloniale, ma la Sape è esplosa tra Brazzaville e la frontale Kinshasa (in R.D.Congo) negli anni 60-70. Questo fenomeno si è espanso con la musica delle star della rumba congolese come Papa Wemba, ed è diventato una forma di ribellione all’austerità anticoloniale marxista della Repubblica Popolare del Congo e del regime di Mobutu nel vicino Zaire, che imponeva gli abiti tradizionali nella “compagna per l’autenticità” dell’"abacost".
Oggi, le sapeuses e i sapeurs sono persone comuni che svolgono anche lavori umili e vivono in quartieri popolari. Acquistano sul web abiti di marchi d'alta moda utilizzando i loro risparmi per trasformarsi in dandy durante i raduni in cui dibattono sullo “stile” d’abbigliamento e nei cosiddetti combat d’esthétes (lotte tra esteti) che a Brazzaville si svolgono nei locali dello storico quartiere Bacongo in cui sfilano con movenze artefatte e pose da modelli.