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Il lago che sconfisse il cemento

L'incredibile storia di una sorgente che si mise a zampillare in centro città a Roma e regalò un'area verde ad un intero quartiere

  • 27 novembre 2018, 05:33
  • 22 novembre, 23:43
04:42

La favola del lago di Roma

RSI/Gilberto Mastromatteo 27.11.2018, 06:30

  • ©Gilberto Mastromatteo

Per la toponomastica si chiama “lago Sandro Pertini". Ma nella zona di via Prenestina, nel cuore di Roma, dove è spuntato dal nulla 25 anni fa, tutti lo conoscono come il lago della Snia. Il riferimento è alla vecchia fabbrica di finta seta viscosa che sorgeva alle sue spalle.

Il lago di Roma o lago Sandro Pertini o lago ex Snia

Il lago di Roma o lago Sandro Pertini o lago ex Snia

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Un lago naturale di acqua minerale, la cui storia è ormai leggenda nella Capitale. Tutto ha inizio negli anni ’90, quando il terreno viene rilevato da un'impresa costruttrice locale. L'area è stata dichiarata di archeologia industriale, dunque non edificabile. Ma un illecito cambio di destinazione d'uso la rende tale, decuplicandone il valore di mercato. Nel 1992 inizia il cantiere per la costruzione di un centro commerciale di sei piani. Ma nel corso dei lavori, le trivelle bucano l'antichissima falda acquifera dell'Acqua Bullicante. Inizia a fuoriuscire acqua effervescente. Per evitare la chiusura del cantiere, l'impresa succhia l'acqua con le idrovore e la getta nelle fogne. Ma la sorgente è imponente. Le fogne tracimano. Il trucco si scopre. E i lavori vengono bloccati. Per circa venti anni l'area resta nascosta e chiusa. Ma nel frattempo lo stagno si stabilizza e diventa, a poco a poco, un ecosistema. Oggi è attorniato da un fitto bosco spontaneo, vi nuotano i pesci gatto e vi nidificano oltre 70 specie di volatili, che lo usano come una tappa nelle loro migrazioni. La cittadinanza si accorge di avere un tesoro dietro casa. Nel 2014, scende compatta in strada, per evitare che il lago torni nelle mani del privato, che ha già in progetto di prosciugarlo e di costruirci 4 grattacieli.

Il lago tra oggi e domani

Il gruppo rap Assalti Frontali incide, assieme al Muro del canto il brano Il lago che combatte, che ripercorre la vicenda. La mobilitazione costringe il Campidoglio a espropriare l'area, che oggi è aperta al pubblico e autogestita dal Forum Parco delle Energie. Oggi i cittadini chiedono che l'area venga dichiarata Monumento Naturale, per metterla definitivamente al riparo dalle minacce di speculazione edilizia.

Gilberto Mastromatteo

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