Cinque anni fa, Romano Faganel viveva a Fiume, la città costiera croata, ex italiana, dove è nato e cresciuto. Lavorava come psicologo per cani. Ma sentiva, dentro di sé, che voleva cambiare vita.
L’occasione è giunta quando ha letto un annuncio, in rete, sulla ricerca di volontari da parte di Ruralna Otočna Grupa (Gruppo isola rurale), associazione che promuove il recupero delle tradizioni dell’isola di Cherso, un posto selvaggio e affascinante nell’Adriatico settentrionale, molto poco abitato (i residenti in tutto sono circa tremila). Le tradizioni, nello specifico, sono l’allevamento di ovini e la lavorazione del feltro.
Faganel si è proposto, ed è stato accettato. Inizialmente ha fatto la guida nel piccolo Museo della lana di Lubenizze, un antichissimo villaggio di pietra posto in cima a un’altura. Un villaggio da cui tutti, nel corso del tempo, se ne sono andati. Quattro gli abitanti rimasti: tutte donne, tutte anziane. Faganel è diventato il quinto. Già, perché di Lubenizze se n’è innamorato, e ha scelto di restarci a vivere.
In breve tempo si è anche messo a lavorare il feltro, secondo la vecchia tradizione. Glielo ha insegnato una signora dell’isola. E questo è oggi il suo lavoro. “Esercitandolo sento il senso del passato”, dice Faganel, tra i pochi che a Cherso praticano ancora questa forma di artigianato.
Lubenizze d’estate è abbastanza visitata dai turisti, ma da settembre-ottobre in poi diventa un posto vuoto e silenzioso. Quelli autunnali e invernali sono i mesi dell’anno che a Faganel piacciono maggiormente. Ci sono lui, il lavoro, la pace. E i suoi due cani. “Sono cinque anni che sono qui, e non mi sono mai sentito solo. Faccio una vita perfetta, senza fretta, senza ritmi folli”, spiega Faganel.
Matteo Tacconi