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Il villaggio ideale del lavoro

Lavorare in fabbrica - e vivere al suo interno - dalla culla al camposanto. Una storia che è durata 125 anni e che ora è patrimonio Unesco

  • 21 maggio 2019, 05:53
  • 22 novembre, 22:10
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Il villaggio Crespi d'Adda

RSI/Cristiano Tinazzi - Ruben Lagattolla 21.05.2019, 07:45

Il passaggio dal mondo contadino a quello industriale, il lavoro nelle fabbriche di fine Ottocento, gli industriali illuminati e la nascita dei villaggi operai, nati come risposta alle esigenze di conciliare casa e lavoro in un unico centro abitato, funzionale tanto agli interessi dell'imprenditore quanto a quelli dell'operaio. Tutto questo è il villaggio Crespi d'Adda.

Crespi è il nome della famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò questo moderno "Villaggio ideale del lavoro" accanto al proprio opificio tessile, lungo la riva bergamasca del fiume Adda. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera ruotava attorno alla fabbrica stessa, ai suoi ritmi e alle sue esigenze. Un pezzo di storia del diciannovesimo secolo giunto fino a noi intatto. L'Unesco ha accolto Crespi d'Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto come "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".

Cristiano Tinazzi

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