Jovanotti "intimista" a Lugano

Alla fine abbiamo pure scoperto che Lorenzo Jovanotti - 90 chilometri in bicicletta al giorno - scarpette e calzoncini viene a comperarseli a Lugano. Lo ha confessato lui, dopo che la RSI, dalle mani di Gianluca Verga, che ha guidato la serata sul palco (e fuori), gli ha regalato la maglia della squadra nazionale svizzera di ciclismo.

Trent’anni di carriera, come quelli di ReteTre, che con questo showcase ha sottolineato ancora una volta l’anniversario. E 51 all’anagrafe: “Un'età – ci ha detto a quattrocchi nel pomeriggio – che mi ha permesso di parlare direttamente della vita, senza utilizzare metafore”. La libertà di essere curioso, di continuare a cercare, insomma, è quella di sempre. “Perché l’età non c’entra: conosco ventenni che non hanno alcuna voglia di mettersi in discussione e che vivono la propria vita come se avessero già fatto tutto”.

E così è stato anche l’evento di ieri: un Jovanotti inedito, più intimo, lontano dai tempi di “È qui la festa”, complici i brani dell’ultimo album “Oh vita”, essenziali, all’osso. E complice la magia creatasi all’interno dell’auditorio Stelio Molo degli studi RSI di Lugano-Besso, dove il pubblico della Svizzera italiana può vivere ogni volta l’esperienza - unica - del contatto con i suoi artisti preferiti. È successo ancora: Lorenzo sul palco sussurra, poi lo lascia e va a cantare tra le poltrone. E si ferma a chiacchierare con un bimbo che, sulla maglietta, sfoggia la scritta: “Mi insegni a cantare?”.

Per la prima volta la formula dello showcase RSI ha pure varcato le Alpi: perché Lorenzo Jovanotti ha scelto Lugano per presentare il suo disco in Svizzera (e per chiudere la tournée). E così già nel pomeriggio diversi media svizzeri hanno fatto la fila per chiacchierarci. E ancora la sera, in diretta radio e TV: un’ora di pura e sottile energia trasmessa sui canali SSR, nella Svizzera italiana, in Romandia e nella Svizzera tedesca.

Alessandro Broggini

Jovanotti ai tempi di «Penso positivo» [lanostraStoria.ch]