Scrivi Riace e leggi laboratorio di integrazione tra culture. Accade nel sud Italia, in un villaggio di circa 2 mila abitanti, nella Calabria ionica. Il sindaco Domenico Lucano, prima di vestire la fascia tricolore, faceva il maestro. Oggi la rivista americana Fortune lo classifica tra i 50 uomini più influenti al mondo. Sul modello Riace vengono condotti studi in varie università europee, vengono scritti libri e prodotte fiction televisive. Il regista tedesco Wim Wenders gli ha dedicato un film, "Il volo".
La scintilla scattò nel 1997, quando dal mare giunse un barcone con a bordo 800 migranti curdi. Da allora Riace ha accolto oltre 6 mila persone.
Bonus e borse lavoro. La ricetta di Lucano ha due ingredienti, mediante i quali è possibile usare in maniera più efficace i 35 euro stanziati al giorno per accogliere ogni richiedente asilo. In città vige una valuta parallela, finanziata dai bandi. Le banconote portano l’effige di Ghandi, Che Guevara, Enrico Berlinguer o Pier Paolo Pasolini. E poi ci sono laboratori e botteghe che danno lavoro a nativi e stranieri, anche dopo la conclusione dei progetti. Nessuna emergenza. I programmi d’accoglienza, a Riace, sono fatti per durare.
In paese, tutti hanno una casa. Le dimore abbandonate dagli emigrati calabresi vengono recuperate e concesse a chi oggi emigra in Calabria. Ai proprietari viene corrisposto un affitto simbolico. Viveva qui anche Becky Moses, la ragazza nigeriana di 26 anni, morta lo scorso 27 gennaio, nell’ennesimo incendio della tendopoli di San Ferdinando. La Prefettura di Reggio Calabria aveva tagliato i finanziamenti. Il Comune si era visto costretto a chiudere il progetto d’accoglienza. E Becky è dovuta andar via da Riace.
A Riace programmi fatti per durare nel tempo
Un lavoro osteggiato, quello di Lucano, sia dalla criminalità organizzata che dalle Istituzioni. Un vaso di terra tra due vasi di ferro. Lo scorso anno, su di lui venne aperto un fascicolo per truffa, concussione e abuso d’ufficio. Nel mirino la facilità con cui il sindaco elargisce il documento d’identità agli stranieri. Il reato? Quello di inclusione. Oggi la Prefettura fotografa Riace come modello che funziona, smentendo di fatto le verifiche precedenti da cui l’inchiesta era partita.
Gilberto Mastromatteo - Massimo Lauria