Chiusure prolungate, confinamenti e coprifuoco: le misure restrittive hanno messo in seria difficoltà i ristoratori della Lombardia, una delle regioni italiane più colpite dalla pandemia. Ma questa paralisi non ha fermato gli interessi della criminalità organizzata. Che, anzi, ha approfittato di questo periodo di crisi per andare a bussare direttamente alle porte di bar e ristoranti.
“Nel periodo pandemico registriamo un interesse ancora maggiore nei confronti di questo settore, ma quello che osserviamo non è tanto il tentativo di riciclare i proventi di attività illecite, bensì di rilevare praticamente a costo zero gli esercizi commerciali in sofferenza”, spiega Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Milano.
RG 12.30 del 09.12.2020 - L'intervista di Elena Boromeo alla Coordinatride della DDA di Milano Alessandra Dolci
RSI Info 09.12.2020, 13:49
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Secondo un’indagine condotta dalla Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza, il 20% degli iscritti del settore della ristorazione ha ricevuto una proposta anomala di acquisto della propria attività, vale a dire nettamente inferiore al valore di mercato. Il numero di offerte è aumentato nel mese di novembre: sono state circa il doppio rispetto a giugno.
“Le ragioni per cui c’è questo interesse nel settore degli esercizi pubblici, della ristorazione e dei bar sono molteplici: reinvestimento, darsi una parvenza di attività lecita, crearsi una rete relazionale, segnare il territorio”, osserva Dolci. Un esempio è quello della ‘ndrangheta, che laddove è “particolarmente presente e pervasiva”, usa i locali anche in una logica "di controllo del territorio”.