Il ritorno del lupo - nel 1995 in Svizzera e nel 2001 in Ticino - ha suscitato reazioni divergenti. Da un lato c'è chi vede nel predatore una minaccia per l’uomo e le sue greggi, dall'altro chi attribuisce al mammifero, un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema.
Il ritorno del lupo
Il lupo scomparve dalla Svizzera verso la fine del 1800, complici la persecuzione diretta da parte dell’uomo, la ridotta disponibilità di selvaggina e di spazi adeguati in cui vivere in tranquillità. “In Svizzera il predatore ha fatto ritorno soltanto 21 anni fa - ci spiega Ralph Manz dell’associazione Kora - . Da quel momento siamo stati incaricati dalla Confederazione di studiare il suo stile di vita e monitorare lo sviluppo degli individui”. Dalla sua ricomparsa, aggiunge Manz “sarebbero una novantina i predatori identificati sul territorio elvetico e una ventina quelli rilevati in Ticino”.
La legge
In Europa il lupo è una specie protetta, a dirlo è la Convenzione di Berna del 1979. Nel nostro paese questo principio è sancito dalla Legge federale sulla caccia e dalla relativa ordinanza di applicazione. La strategia di gestione nazionale di questo predatore è definita nella “Strategia lupo Svizzera”. Le normative sono regolarmente oggetto di discussione in Parlamento, per allentare in qualche modo la protezione accordata al lupo: attualmente è in consultazione fino al 30 novembre una revisione parziale della normativa.
Opinioni e confronto
Uomo contro lupo. Un conflitto storico nato dalla competizione per la selvaggina e il territorio, che non è ancora volto a termine. Tra i più agguerriti difensori del lupo ci sono Pro Natura e WWF. Joanna Schönenberger del progetto Grandi Predatori WWF Svizzera chiarisce però la loro posizione: “Siamo per la sopravvivenza del lupo, ma non solo, sosteniamo anche le attività economiche di montagna: interveniamo finanziariamente per proteggere le greggi”. Un aiuto che si aggiunge a quelli istituzionali: la Confederazione, che fornisce dei sussidi e la Sezione Agricoltura del cantone, che coordina le necessarie misure preventive da adottare a difesa degli allevatori. Chi si trova sul terreno però, della presenza del lupo spesso non ne vuole sapere, come l’allevatore ticinese Igor Boggia, che lo scorso anno ha subìto l’attacco del predatore più importante in Ticino. “Da noi è impossibile convivere con il lupo. La morfologia del nostro territorio è diversa da quella canadese, americana o austriaca”. E proprio in Austria, al Wolf Science Center, abbiamo incontrato (vd VIDEO) Lara Bernasconi, una giovane ticinese che studia il comportamento dei predatori e che sottolinea: “Solo con una maggiore conoscenza si può raggiungere una convivenza”.
Alice Pedrazzini