La guerra per riconquistare Mosul non fa più notizia, ma è ogni giorno più feroce. I civili in fuga raccontano terribili dettagli della vita quotidiana sotto il sedicente Stato islamico (IS). Il fiume Tigri, che divide in due la città, è diventato per moltissimi un miraggio di salvezza.
Il colonnello Ibrahim è a capo di una sezione dell’esercito che in queste settimane si sta occupando di aiutare i civili che vogliono attraversare il fiume. Da una parte del fiume c’è la salvezza, dall’altra i combattimenti che ancora infuriano. L’esercito, a sua volta, deve affrontare questa guerra talvolta con pochi mezzi, come su questa sponda del Tigri, dove per aiutare vecchi, donne e bambini, ci sono poche piccole imbarcazioni di legno e solo una a motore.
Ogni giorno sono migliaia le persone che si ammassano lungo il fiume chiedendo di essere salvate, cercando di mettere in salvo i figli, i genitori anziani. Molti di loro non sono riusciti a portare con sé tutti i propri cari e temono che l’IS li stia usando come scudi umani. Per chi riesce a venire via, c’è il sollievo delle mani amiche dell’esercito e la gioira di poter recuperare dei piaceri semplici: mostrare il proprio volto senza niqab, fumare una sigaretta, usare il telefono.
Francesca Mannocchi