Chernobyl, 4 aprile. Un incendio di origine dolosa si diffonde velocemente. Più di 400 pompieri lottano per 10 giorni per domare le fiamme. Chernobyl, 14 aprile. Comincia a piovere. Il 15 aprile gli incendi vengono dichiarati sotto controllo dal governo ucraino.
L’incendio ha distrutto per sempre molti siti culturali e turistici della zona come il campo estivo Emerald, dando un serio colpo al turismo in questa zona, già messa a dura prova dalle restrizioni imposte dal Covid-19. La foresta rossa, uno dei luoghi più contaminati al mondo è bruciata quasi completamente. Gli incendi hanno prodotto tonnellate di cenere radioattiva che si è sparsa con i venti. Secondo l’IRSN (Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare francese), la nube radioattiva generata dagli incendi si è diffusa in tutta Europa. Il nuovo fallout radioattivo ha colpito soprattutto la popolazione locale che vive intorno alla zona di Chernobyl.
L’associazione Mondo in Cammino da più di 20 anni porta avanti diversi progetti in favore delle popolazioni colpite dal disastro di Chernobyl. Uno dei progetti è attuato proprio nei villaggi intorno alla zona di esclusione. Nelle scuole di questi villaggi offre cibo “pulito”, privo di contaminazione radioattiva, a più di 1000 bambini. “Le persone che vivono intorno alla zona di esclusione - spiega Massimo Bonfatti, presidente di Mondo in Cammino - sono di per sé immunodepresse per la continua esposizione alla contaminazione dopo l’incidente di Chernobyl. Adesso gli incendi hanno causato un nuovo fallout di radioattività e anche di “black carbon” che inalato diventa molto tossico. In questa situazione di debolezza fisica intrinseca la popolazione deve affrontare l’epidemia di Covid-19, una combinazione di fattori che rischia di causare una vera e propria strage”.
Pierpaolo Mittica