È stato, per secoli, il mezzo di comunicazione più veloce e affidabile. Ha segnato il destino di guerre e complotti internazionali, diventando sempre più prezioso e ricercato. E anche nella nostra epoca dei messaggi digitali istantanei, il piccione viaggiatore non ha perso il suo fascino. Ricchi collezionisti orientali sono ancora disposti a pagare centinaia di migliaia di euro per i campioni della specialità, in grado di riconoscere la propria ‘casa’ e farvi ritorno da centinaia di chilometri di distanza.
Baran vive a Diyarbakır - nel sudest della Turchia - e addestra piccioni sin da quando era adolescente
In Turchia, la passione per questi volatili non si è mai spenta. C’è chi li addestra per passione e chi per mestiere, rivendendoli poi nei mercati specializzati. Da Istanbul all’estremo sud-est, ai confini con Siria e Iraq, accorrono migliaia di appassionati. Anzi, “malati”, come spesso si definiscono tra loro. Perché, spiegano, l’amore per i piccioni è un vizio, anche più del fumo: una volta che si comincia, smettere è quasi impossibile.
Ömer ha ereditato il mestiere da suo padre ed è diventato un allevatore e commerciante di piccioni nel mercato di Istanbul
L’addestramento, per molti, inizia come un hobby o una tradizione trasmessa di padre in figlio. Settimana dopo settimana, con pazienza, si istruiscono gli uccelli a volare più in alto e più lontano, lasciandoli ogni volta a distanze maggiori dalla piccionaia. Grazie al loro istinto naturale su cui gli scienziati non smettono di interrogarsi, i piccioni viaggiatori, razze domestiche del colombo selvatico, riescono a tornare al nido. Un’abilità nota sin dai tempi di egizi e persiani, tremila anni fa, e non soppiantata quanto a efficacia almeno fino alle invenzioni di telegrafo e telefono. I messaggi inseriti in tubicini legati alle loro zampe hanno fatto la fortuna di agenti segreti e strateghi militari. E ancora oggi, le aste per questi volatili continuano in Turchia (ma non solo). Come nel mercato davanti le storiche mura bizantine di Istanbul, dove nella fine di settimana per un po’ si mettono da parte gli smartphone per tornare indietro nel tempo a caccia del piccione migliore.
Cristoforo Spinella