Si dice fotoreporter di guerra e si può fare l’errore di pensare a una professione solo maschile.
Ma la fotografia di guerra ha visto e vede in prima linea anche molte donne. Figure centrali come Gerda Taro, che con Robert Capa documentò la guerra civile spagnola, o Lee Miller, durante la seconda guerra mondiale.
Fra le fotografe di guerra contemporanee più affermate c'è la statunitense Carolyn Cole, che lavora per il Los Angeles Times.
È stata in molte zone calde del pianeta, dai Balcani all’Afghanistan. Nel marzo del 2003 era già a Baghdad, quando scoppiava la guerra in Iraq. Nominata più volte per il Premio Pulitzer, lo ha vinto nel 2004 per le sue foto sulla guerra civile in Liberia.
"Come donna, in certe situazioni, ho un accesso più diretto alla realtà di altre donne. Ma essere donna talvolta rende il mio lavoro più difficile, ad esempio quando devo essere integrata in missioni dei marine. In realtà, però, non mi sono mai preoccupata troppo di queste cose."
Abbiamo incontrato Carolyn Cole al Fotomuseum di Winterthur, poco prima che la crisi coronavirus obbligasse il museo a sospendere una mostra dedicata a otto fotografe al fronte; mostra che ha riaperto i battenti proprio ieri, martedì 12 maggio.
Saul Toppi