Il Temple Expiatori de la Sagrada Família, l’opera massima ed eternamente in costruzione dell’architetto catalano Antoni Gaudí, forse vedrà la fine dei suoi lavori nel 2026 (opere avviate nel lontano 1882, sotto il re Alfonso XII). È il grande impegno preso dal patronato di cittadini che controlla la basilica. Senza dimenticare che il 2026 coincide anche con il centenario della morte di Gaudí.
Il fascino della genialità maestosa
Da sempre la grande basilica, con numeri da cattedrale (ribattezzata minore da Benedetto XVI nel 2010), esercita fascino, mistero e magnetismo. È un miracolo di pietra plasmato da mani esperte che assume leggerezza e sfida la forza di gravità, proiettandosi in cielo con le sue torri, tutte oltre i cento metri. Nel 1883, il giovane Antoni Gaudí, ereditò la responsabilità dei lavori dall’architetto Francisco Paula del Villar che aveva abbandonato i lavori, dopo una furibonda lite col finanziatore, il libraio Josep Maria Bocabella. Gaudí, inizialmente non stravolse l’intera opera, ma da piccola basilica dedicata alla “Sacra Famiglia” da edificare in meno di dieci anni alle porte di Barcellona, ne concepì un lavoro più vicino alla fede di Dio. Gaudí scelse di abbandonare in parte il neogotico per uno stile naturalista. «Entrando dalla nuova facciata che abbiamo terminato, sembra di entrare in un fitto bosco, con le colonne che sono fusti d’alberi», spiega a RSInews Jordi Faulí i Oller, (59 anni), l’architetto direttore dei lavori, che ha l’obiettivo di concluderli nel 2026.
Un'opera in costruzione da 136 anni
Da 136 anni il progetto si sviluppa lentamente, con le tempistiche dei “secula seculorum”. Senza fretta, senza fondi pubblici, ma solo con le donazioni dei fedeli e i biglietti dei quei quasi 4 milioni di turisti che ogni anno la visitano. Negli anni bui della Guerra Civile, molti appunti del progetto originale andarono persi. «Ma i discepoli di Gaudí avevano già acquisito e ricopiato tutto il progetto, così alla fine non abbiamo perso un solo disegno - spiega Faulì, che aggiunge - Il nostro lavoro inizia sempre dall’interpretazione dei disegni di Gaudí. Poi li adattiamo alle nuove tecnologie di costruzione e alle leggi antisismiche. Lui ci ha lasciato molti problemi non risolti per quanto riguarda la costruzione della basilica. Problemi che lui intuiva che si sarebbero facilmente risolti in futuro».
La Sagrada Familia avrà sempre un cantiere aperto
Ma a che punto sono i lavori? «Dal 2016 i lavori sono andati avanti molto velocemente: abbiamo completato le dodici torri da 120 metri degli Apostoli e iniziato le torri centrali, le più complesse: quella dedicata a Gesù che salirà fino a 172,5 metri e quella della Madonna e degli Evangelisti, poi ci saranno mille dettagli. La Sagrada Familia non sarà mai terminata: è talmente complessa nel progetto di Gaudí che avrà sempre bisogno di un cantiere aperto, per la manutenzione e la costruzione di altri dettagli». Basta pensare che, come aggiunge Faulì «Soltanto per la facciata della Natività, “l’arquitecto del Dios” voleva l’installazione di ottanta campane azionate con flussi d’acqua». Un lavoro ai limiti dell’impossibile, come la genialità di Gaudí.
Roberto Pellegrino