La Libia non è solo una delle sponde del Mediterraneo orientale dalle quali partire per cercare di arrivare in Europa, ma un vero e proprio inferno dove centinaia di migliaia di migranti, provenienti da Paesi confinanti o da altri continenti, rimangono intrappolati. Un inferno fatto di violenze, privazioni e detenzioni arbitrarie.
Due sono le principali rotte che portano i migranti dall’Africa subsahariana verso la Libia. La prima è quella Agadez-Dirkou-Sebha. Una rotta migratoria che attraverso il Niger congiunge Africa Occidentale e Centrale. La seconda rotta è quella dei flussi migratori originari del Corno d’Africa che parte dallo snodo di Khartoum, in Sudan, e segue la strada per l’oasi libica di Kufra, fino ad arrivare ad Ajdabiya-Bengasi. La rotta è praticata in particolare da profughi sudanesi, somali, etiopi ed eritrei. L’entrata in Libia spesso avviene dal deserto egiziano. Lo scopo è arrivare sulla costa per trovare un lavoro o tentare la sorte attraversando il mare. Molti però vengono arrestati (è il caso di Misurata, vd VIDEO, ndr.) e deportati.
Cristiano Tinazzi