Sono molti, anche dalla Svizzera italiana, gli studenti che seguono corsi universitari a Milano, ma, a Milano, da oltre un anno, a causa delle prescrizioni anti-Covid, tutte le attività didattiche delle Università sono state trasferite on line. Gli atenei chiusi assomigliano a scatole vuote, con pochi gruppetti di studenti che si alternano nelle aule studio, ma solo in quelle strutture dove sono state riaperte.
Agli oltre 200.000 studenti sono mancati tutti i punti di riferimento, la socialità ne è risultata fortemente compromessa e anche le lauree - il coronamento di tanti anni di sacrifici - si svolgono on line. Diversi studi hanno dimostrato anche come questa situazione influisca sulla salute mentale degli studenti, a causa dell'isolamento, della scarsa attività fisica e della sovraesposizione agli schermi dei computer.
"A medio-lungo termine bisognerà fare i conti anche con un altro problema - spiega Francesco Billari, sociologo e pro-rettore dell'Università Bocconi di Milano - ovvero lo svantaggio subito da questi studenti per l'impossibilità di fare stage o esperienze di studio all'estero: i datori di lavoro dovranno tenerne conto".
Marco Todarello