Oltre la News

Un autunno caldo nel Regno

La Gran Bretagna nel dopo Brexit (5) - Impreparato, sorpreso, preoccupato, il paese temporeggia

  • 31 agosto 2016, 08:17
  • 7 giugno 2023, 22:56
02:59

Brexit, un autunno caldo - di Lorenzo Amuso

RSI Info 30.08.2016, 11:52

Westminster riaprirà solo il 5 settembre, dopo una pausa estiva lunga sette settimane. Neppure la Brexit ha potuto modificare il pigro calendario parlamentare britannico. Eppure il referendum del 23 giugno ha stravolto non solo i rapporti con il resto dell’Europa, ma anche gli equilibri interni, politici, economico-finanziari, persino sociali. Una gigantesca incognita sormonta il futuro immediato di un paese che finora non ha saputo (né forse potuto) dare una risposta univo e coerente al voto popolare. Impreparato, sorpreso, preoccupato, il Regno temporeggia.

Liti interne

Nel mentre la Premier Theresa May, al di là delle due settimane trascorse sui monti svizzeri, ha lavorato, lontano dai riflettori, per cercare la più difficile quadra. Sbrigate le priorità più impellenti, ovvero le dovute rassicurazioni ai partner internazionali, la nuova Primo ministro si è concentrata sui dissapori interni alla rappresentanza euroscettica del suo esecutivo. Perché i sostenitori della Brexit sono un arcipelago di distinguo, aut-aut, veti incrociati. Il ministro degli Affari Internazionali Liam Fox contro Boris Johnson (Esteri), contro il ministro Brexit David Davis.

Vertice ai Chequers

Proprio oggi sono stati tutti invitati nella residenza estiva della Premier, gli Chequers, per un consiglio dei ministri ridotto. May vuole mettere a confronto e soppesare le diverse strategie, a partire da quella di Philip Hammond che indica nell’accesso al mercato unico (soprattutto per i prodotti finanziari) una priorità non negoziabile. Difficilmente l’Unione Europea lo concederà senza pretendere in cambio la garanzia della libera circolazione dei lavoratori o ingenti contributi economici. Condizioni inaccettabili per i falchi della Brexit, come appunto Davis e Fox.

Congresso Labour

Se la resa dei conti, in casa Tory, è attesa per inizio ottobre, quando a Birmingham si svolgerà il congresso annuale, la settimana precedente andrà in scena l’O.K. Corral in salsa laburista. Appuntamento a Liverpool, dove il 24 settembre si scoprirà chi, tra Jeremy Corbyn e Owen Smith, sarà il nuovo leader Labour. Più che una corsa alla leadership, una guerra civile che rischia di frantumare il partito, diviso su tutto. Anche sulla Brexit: Smith invoca un secondo referendum una volta che il governo avrà stipulato l’accordo con Bruxelles, Corbyn pretende la massima aderenza all’esito referendario, senza ambiguità né compromessi.

Lorenzo Amuso

Ti potrebbe interessare