Stanno viaggiando in mezzo mondo su un vecchio camion, portando il cinema anche nel deserto: sono Davide Bortot e Francesca Truzzi, del "Cinema du desert". Il loro è uno speciale progetto di solidarietà internazionale, con l’obiettivo di raggiungere quelle popolazioni che non hanno la possibilità di accedere a questo mezzo multimediale.
Il cinema.... anche senza energia elettrica
A partire dal 2010, prima con un camion e poi con un altro, si sono concentrati su orfanotrofi, campi estivi e villaggi isolati, attraversando molti Stati del continente africano quali Marocco, Mauritania, Mali e Burkina Faso, toccando ogni giorno una località diversa. Per poi tornare in Italia e puntare, successivamente, a est, verso Romania, Bulgaria, Polonia, Georgia, Russia, fino in Siberia, e poi addirittura oltre, fino in Mongolia. Ultima e più recente trasferta: in Grecia, per portare anche un po’ di cinema nei campi profughi. Il tutto sempre con questo loro cinema-mobile, un vecchio camion dell’esercito tedesco, soprannominato
Maggie, che è diventato la loro casa, visto che ci vivono almeno per circa nove mesi all’anno.
I veri protagonisti...
Sostenitori anche del rispetto per l’ambiente e delle energie rinnovabili, Davide e Francesca hanno attrezzato il veicolo con dei pannelli fotovoltaici sul tetto, immagazzinando l’energia in due batterie che permettono un’autonomia di circa sei ore di programmazione di film. Oltre ad essere, quindi, un magazzino per le provviste, per gli strumenti da lavoro e per i beni di prima necessità rivolti alle popolazioni, il camion diventa, soprattutto, quella grande scatola magica del cinema, perché è dotato di un telo bianco su un lato, che funge da schermo cinematografico.
Ma il cinema non è l’unico svago, perché nel “mezzo di trasporto” (che ha già alle spalle 100'000 chilometri di strada) vi sono anche tutti quegli attrezzi, giochi, vestiti e maschere che i ragazzi usano nei momenti di intrattenimento, trasformandosi in artisti circensi per allietare le giornate dei bambini. In queste settimane si parla già dei prossimi viaggi.
Claudio Moschin
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