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Una matita contro Trump

Tre caricaturisti messicani disegnano, in esclusiva per RSInews, il neo presidente USA e la "sua" guerra contro il paese vicino

  • 20 gennaio 2017, 14:09
  • 8 giugno 2023, 03:13
04:18

Donald Trump visto da tre vignettisti messicani - di Emiliano Guanella

RSI Info 20.01.2017, 12:44

  • ©Emiliano Guanella

Parte dal Messico l’offensiva dei vignettisti per rispondere alla strategia belligerante del neo presidente americano, che durante la campagna elettorale non ha avuto certo toni conciliatori verso il paese vicino. RSInews ha riunito intorno ad un tavolo tre dei migliori caricaturisti politici del paese centroamericano: Humberto Aguirre, detto “Jans” della rivista “Milenio”; Antonio Helguera e José Hernandez del quotidiano “La Jornada” per discutere, ragionare e, ovviamente, disegnare il nuovo inquilino della Casa Bianca.

I moneros, come vengono chiamati in Messico, hanno accettato volentieri la sfida. "A volte la realtà supera l’immaginazione – confessa Helguera – .Donald Trump ha dapprima creato un personaggio mediatico e poi ha sfruttato questo suo istrionismo per far breccia nell’elettorato americano. Ha iniziato una guerra personale contro il Messico e i messicani. A noi non resta che rispondere con le nostre armi, la satira politica".

Così Jans, Hernandez e Helguera vedono Donald Trump

Il muro alla frontiera, quello che già esiste e quello nuovo che Trump vorrebbe costruire, è una presenza fissa nelle caricature apparse su giornali e riviste messicane degli ultimi mesi, assieme alle preoccupazioni per gli immigrati che vivono oggi negli Stati Uniti. "La gente teme per quello che potrà succedere – spiega Hernandez – ma la colpa di questa situazione non è da cercare unicamente in Trump. Penso piuttosto alla scelta fatta da tempo dai governanti messicani: essere servili agli interessi degli Stati Uniti. Facciamo tutto quello che ci dicono. Hanno trasformato il nostro paese in una gigantesca fabbrica con manodopera a basso costo per il mercato americano e oggi ci lamentiamo perché Trump vuole portare la produzione a casa loro. Nei miei disegni punto il dito contro di lui, chiaramente, ma anche e soprattutto contro il governo messicano". “Si è parlato molto – afferma Jans - della forza sociale della caricatura, un’arte che permette al cittadino di “vendicarsi” per le angherie che soffre da parte del potere. Non sono molto d’accordo. Non darei così tanta importanza al nostro lavoro in termini di trasformazione della società, ma sicuramente quello che facciamo offre un momento di sollievo personale, smitizza il potere e le sue atrocità. E allora, in questo senso, è importante e doveroso stare sempre attenti”.

Per tutti e tre la sfida è quella di mantenersi “all’altezza” di Trump, del suo personalissimo stile di fare politica. Una “battaglia” a distanza, che ruota parecchio sui social media. Guardando allo stato attuale delle relazioni fra i due paesi viene da ricordare la celebre frase di Porfirio Diaz, presidente messicano a cavallo fra Ottocento e Novecento. “Povero Messico, così lontano da Dio e così vicino agli Stati Uniti !”.

Emiliano Guanella

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