Il responsabile del morbo di Alzheimer e dei suoi effetti letali è il cuore; lo dice una nuova teoria elaborata da un gruppo di neurologi dell’Università di Sydney. I ricercatori sostengono che il muscolo cardiaco, dopo aver alimentato il cervello con 35 milioni di battiti l’anno, alla fine lo distrugge. Jonathan Stone, a capo dello studio, è convinto che gli anni di costante attività del sistema cardiovascolare riducano l’elasticità delle pareti arteriose, che faticano così ad attutire l’impatto delle pulsazioni sui più piccoli vasi sanguigni del cervello. A ritmo crescente, ogni battito infligge traumi alla massa cerebrale, causando sanguinamento e perdita di funzioni.
L’ipotesi smentisce il pensiero dominante che vede nei depositi di placche sulla materia grigia la causa della malattia. L’idea è "controintuitiva", ammette lo scienziato, "perché siamo abituati a pensare al cervello come un compartimento dipendente dal cuore, non come vittima dei suoi battiti".
Le sperimentazioni cliniche per verificare la nuova teoria coinvolgeranno 40'000 individui di età fra 50 e 80 anni.
ANSA/CaL