Alla realizzazione del più grande radiotelescopio mai realizzato finora parteciperà anche la Svizzera. Il Politecnico federale di Losanna (EPFL) è stato infatti incaricato di coordinare i contributi della comunità scientifica elvetica al compimento dell'ambizioso progetto, denominato Square Kilometre Array (SKA), grazie al quale alcuni enigmi dell'Universo potranno essere risolti.
I telescopi a bassa frequenza
Lo SKA sarà costruito nei prossimi anni su due siti: uno in Sudafrica, con 130 antenne del diametro di 15 metri l'una e l'altro nell'ovest dell'Australia con 130'000 antenne per raccogliere i segnali a bassa frequenza. Sono quattordici i Paesi attualmente coinvolti nel progetto, Svizzera compresa.
"Questo nuovo telescopio ad elevate prestazioni ci offrirà una nuova visione dell'Universo", ha dichiarato Jean-Paul Kneib, direttore del laboratorio astrofisico dell’EPFL. "Lo SKA potrà individuare sistemi planetari in formazione, galassie attorniate da idrogeno, o ancora buchi neri presenti al centro di galassie situate a miliardi di anni luce".
All'EPFL è stato accordato lo statuto di membro del comitato di organizzazione (SKAO). A livello svizzero saranno inoltre coinvolte le Università di Ginevra, Zurigo e Berna, il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano (CSCS), la Scuola universitaria professionale del Nord-Est della Svizzera (FHNW) e il Planetarium del Museo svizzero dei trasporti di Lucerna.
Anche per Daniel Schaerer, professore al Dipartimento di astronomia dell'Università di Ginevra, potrebbe rivelarsi un passo avanti importante: "Grazie a questo strumento, potremo pure misurare il campo magnetico in seno alle galassie e su una più vasta scala, tracciare la distribuzione di idrogeno durante i primi milioni di anni che hanno seguito la nascita dell'Universo".